I Fasci Littori, letteralmente "fasci dei littori", erano un antico simbolo del potere e dell'autorità nell'antica Roma. Successivamente, questo simbolo fu ripreso e adottato dal Partito Nazionale Fascista italiano guidato da Benito Mussolini, diventando uno degli emblemi principali del fascismo.
Significato originale:
Nell'antica Roma, i Fasci Littori erano composti da un fascio di verghe di betulla o olmo legato con delle cinghie di cuoio, spesso contenenti una scure con la lama sporgente. Erano portati dai littori, magistrati di alto rango che fungevano da guardia del corpo e simbolo della loro autorità. Il numero di littori, e quindi di fasci, variava a seconda del rango del magistrato. La scure nel fascio simboleggiava il potere di infliggere la pena capitale. All'interno delle mura di Roma, la scure veniva rimossa, a simboleggiare il potere del popolo romano di limitare l'autorità dei magistrati.
Utilizzo nel fascismo:
Mussolini e il Partito Fascista vedevano nei Fasci Littori un simbolo di forza, unità e disciplina, elementi chiave della loro ideologia. L'adozione del simbolo mirava a collegare il regime fascista alla grandezza e alla gloria dell'antica Roma, cercando di presentarsi come erede diretto della sua civiltà. I fasci divennero onnipresenti nella propaganda fascista, nell'architettura e nelle cerimonie pubbliche. Il termine "fascismo" stesso deriva dalla parola "fascio".
Simbolismo:
Nel contesto fascista, il fascio simboleggiava:
Dopo la seconda guerra mondiale:
Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista, l'uso dei Fasci Littori come simbolo fu bandito in Italia e in molti altri paesi, a causa della sua associazione con l'ideologia fascista e le sue atrocità. Rimane un simbolo controverso, associato a un periodo oscuro della storia europea.